XX Congresso Nazionale Fisascat, l'intervento del segretario generale Fisascat Puglia Luigi Spinzi
“Ogni giorno mettiamo in campo la partecipazione democratica, ovvero la responsabilità di assumersi delle scelte. Mettiamo a terra tutte le proposte e ci confrontiamo per dare le migliori risposte ai lavoratori”. Così il segretario generale Fisascat Cisl Puglia Luigi Spinzi, intervenuto alla seconda giornata di lavori del XX Congresso Nazionale Fisascat, alla presenza di circa 600 delegati e delegate provenienti da tutta Italia.
“Traendo spunto dalla relazione del Segretario Generale Fisascat Cisl Davide Guarini – ha esordito Spinzi – un elemento preponderante è l’hashtag ‘organizziamo il futuro’. È il principio della partecipazione democratica ed è quello che mettiamo in campo ogni giorno sui posti di lavoro. È un obiettivo ed allo stesso tempo un elemento di presenza. Noi non enunciamo dei propositi, ma mettiamo a terra tutte le nostre proposte per meglio raggiungere gli obiettivi che meglio ci prefiggiamo. L’investimento sulle periferie, sui progetti di proselitismo, condivisi con tutta la segreteria nazionale e confederale in Puglia, hanno dato e danno risultati costanti; sono quei risultati che ci hanno permesso durante il periodo della pandemia di essere al fianco dei lavoratori, anche con l’ausilio della tecnologia, nella consapevolezza però che l’elemento primario è la vicinanza fisica, il colloquio costante, che non può essere sostituito dalla tecnologia, ma anzi essa che può essere di supporto talvolta essenziale ma non preponderante”. Il segretario della Fisascat pugliese si è poi soffermato sulle metodologie della contrattazione, incentrata sulla condivisione e sul confronto: “Noi abbiamo deciso di partecipare e la partecipazione significa assumersi delle responsabilità e delle scelte, perché noi programmiamo il nostro futuro e quello dei nostri figli. Come detto nella Conferenza Under 35, traguardiamo i giovani verso il futuro attraverso quella transizione generazionale che è un passaggio di competenze. Non è detto che ciò che è vecchio è brutto, anzi. Bisogna prendere e riconquistare ciò che i nostri padri fondatori, i nostri predecessori ci insegnano, non come bilancio personale ma da mettere a disposizione per le nuove generazioni, perché il patrimonio storico è lo strumento con cui crescono le competenze. Lo facciamo nel modo più difficile, fra le persone e con le persone, confrontandoci quotidianamente. Non abbiamo le scelte dall’alto, le condividiamo sapendo che non abbiamo le risposte a tutto. Ma attraverso la condivisione ci rendiamo conto che quelle scelte sono la migliore risposta ai bisogni dei lavoratori. E, nel fare questo, la Fisascat nazionale ci ha messo a disposizione tutti gli strumenti della formazione. Quando partecipiamo e quando contrattiamo abbiamo bisogno delle competenze. Nei territori ci confrontiamo con altri colleghi e troppo spesso ci accorgiamo che la contrattazione decentrata viene banalizzata, si perde un po’ il filo conduttore. Contrattare non è semplice, bisogna rispondere ai bisogni della collettività e non del singolo. La formazione non è solo una questione di natura tecnica, ma anche psicologica ed anche emozionale, nella consapevolezza che noi a volte siamo consulenti, assistenti, cercando di dare le risposte a tutti i bisogni.
Nella contrattazione ci occupiamo di salario – ha aggiunto – e nel settore dei multiservizi abbiamo portato avanti una contrattazione finalizzata al recupero del salario attraverso strumenti di consolidamento vario, confrontandoci con le controparti in un complesso sistema industriale. In Puglia abbiamo lo stabilimento siderurgico, il più grande d’Europa, così come tantissimi altri stabilimenti, e nell’indotto viviamo le difficoltà di una terzializzazione dei servizi che dà un’idea di quella che l’evoluzione tecnologica dei tempi ma che in realtà nasconde troppo spesso un risparmio dei costi. E in questo risparmio talvolta viene coinvolta la sicurezza, che non può essere oggetto di contrattazione, in cui troppo spesso le istituzioni sono assenti e tante volte le piangiamo col senno di poi non trovando soluzioni ex ante. In questo senso anche il depauperamento degli organi ispettivi ha determinato delle difficoltà e delle impossibilità di avere delle risposte adeguate in un settore dove la presenza delle istituzioni è invece fondamentale. Questa è la contraddizione della politica, a volte delle istituzioni, pensando che la contrattazione non è una forma di crescita ma la soluzione dei problemi che le stesse tendono a creare. Andare a contrattare laddove la clausola sociale non dà garanzie diventa un esercizio molto complesso”. Spinzi ha poi concluso: “Sono stato eletto due mesi fa e sono certo del sostegno dei territori, e insieme ad essi sosterremo la Fisascat nazionale. È un sogno da realizzare, l’idea di partecipare e condividere le scelte per la crescita del nostro Paese”.