DA OTTO ANNI ASPETTANO IL RINNOVO DEL CCNL: ORA BASTA! IN PIAZZA LE LAVORATRICI E I LAVORATORI VIGILANZA PRIVATA E SERVIZI FIDUCIARI
Sit-in unitario di protesta presso le Prefetture dei capoluoghi pugliesi
La trattativa di rinnovo del CCNL Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari si trascina da circa otto anni, senza registrare alcun sensibile avanzamento né tantomeno una concreta prospettiva di risoluzione, a causa dell’atteggiamento strumentale ed ostruzionistico assunto dalle Associazioni Datoriali.
Le retribuzioni delle lavoratrici e lavoratori, quotidianamente esposti ai rischi dell’attività lavorativaq e reduci dai sacrifici eccezionali richiesti nella fase della pandemia da Covid-19, restano inadeguate e, per quanto riguarda i servizi fiduciari, addirittura incostituzionali in riferimento all’art.36 della Costituzione, così come sancito da numerosi Tribunali nei vari territori.
Salario e dignità del lavoro incomprensibilmente non trovano ambito di riconoscimento alcuno da parte della Associazioni Datoriali.
Pertanto, considerata l’insostenibilità della situazione determinatasi ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, il giorno 10 gennaio, in concomitanza con la ripresa dei negoziati nazionali, si sono tenuti dalle ore 10.00 alle ore 13.00 sit-in di protesta unitario Fisascat Cisl, Filcams e Uiltucs Puglia presso tutte le Prefetture Territoriali a supporto della suddetta vertenza di rinnovo del CCNL di categoria.
“Oggi abbiamo organizzato dei sit-in in tutti i capoluoghi pugliesi, Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Foggia, per manifestare il dissenso dei lavoratori rispetto ad una trattativa che tarda ormai da troppo tempo a trovare una conclusione”, afferma Luigi Spinzi, segretario generale Fisascat Cisl Puglia. “Sono otto anni che manca il rinnovo contrattuale e, soprattutto in un periodo storico come questo dove l’inflazione erode gran parte delle retribuzioni dei lavoratori, già molto basse, è quanto mai necessario per dare un po’ di respiro a lavoratori quotidianamente impegnati nella tutela del patrimonio pubblico e delle persone. Il problema – prosegue Spinzi – è che talvolta la parte datoriale ha comportamenti elusivi o dilatatori rispetto ad una trattativa che da troppo tempo non trova uno sbocco. Le nostre richieste vanno da un riconoscimento di una parte economica importante e dal rinnovo di alcuni istituti contrattuali per far sì che un’attività che è ad alto rischio e richiede un impegno importante trovi soddisfazione in un contratto collettivo che è un diritto sacrosanto dei lavoratori, nel più breve tempo possibile”.